Rispetto: non serve una diagnosi per meritarlo!
Non è una gara a chi soffre di più.
Eppure, a volte sembra che si debba sempre dimostrare qualcosa.
Dimostrare che il proprio dolore è reale.
Che è abbastanza forte da meritare attenzione.
Che non ti stai inventando niente. Che non stai esagerando.
Ma la verità è semplice:
quando una persona sta male, ha bisogno di rispetto. Punto.
Non importa se il dolore si vede o no.
Se ha un nome chiaro o una diagnosi ancora incerta.
Non serve fare classifiche. Non serve chiedere certificati emotivi.
Perché essere forti non significa non provare dolore.
Significa continuare a vivere anche quando il dolore c’è.
E sì, significa anche avere il coraggio di mostrarsi fragili.
Essere fragili non è un difetto.
È una forma di verità.
È la parte di noi che chiede attenzione, delicatezza, umanità.
Eppure troppo spesso chi convive con il dolore cronico o con una malattia invisibile
si sente obbligato a giustificarsi, a spiegare, a “farsi capire”.
Come se il dolore valesse solo quando è evidente agli occhi degli altri.
Ma la fragilità non si vede.
La fragilità si ascolta.
Si riconosce nei gesti piccoli, nei silenzi, nella fatica che non si racconta.
Forse dovremmo nascere tutti con un’etichetta addosso:
“FRAGILE – MANEGGIARE CON CURA”.
Un promemoria, per chi ha dimenticato che dietro ogni corpo c’è una storia.
E che ogni storia merita rispetto.
A chi vive ogni giorno con un dolore che non si vede,
a chi continua a camminare anche quando vorrebbe fermarsi,
a chi sorride mentre dentro stringe i denti…
siete già forti. Non dovete dimostrarlo a nessuno.
𝙋𝙚𝙧 𝙁𝙞𝙗𝙧𝙤𝙡𝙤𝙫𝙚 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙖 𝙑𝙖𝙡𝙚𝙧𝙞𝙩𝙖 𝘼𝙡𝙗𝙖𝙣𝙤 𝙄𝙣𝙨𝙚𝙜𝙣𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙐𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙃𝙔𝙇
Commenti
Posta un commento