In una società in cui tutto abbonda manca la cultura del dolore e il rispetto per chi soffre.
Viviamo in una società in cui tutto abbonda: beni, offerte, cibo, contenuti.
Ma manca qualcosa di essenziale: la cultura del dolore.
E, con essa, il rispetto profondo per chi soffre.
Il dolore mette a disagio.
Non si può sistemare in fretta, non fa guadagnare, non si posta volentieri.
Eppure oggi, nel silenzio del Venerdì Santo, il dolore trova casa.
Oggi si fa memoria di un’umanità che soffre, cade, si spezza.
Di un corpo trafitto, di un grido che sale, di un silenzio che avvolge tutto.
È un giorno che ci ricorda che il dolore ha un posto.
Che non va ignorato, saltato, nascosto dietro un sorriso di circostanza.
Chi soffre non ha bisogno di soluzioni immediate.
Ha bisogno di essere visto, riconosciuto, accompagnato.
Sento spesso donne dirmi:
“Mi sento in difetto.”
“Non dovrei stare così.”
“Mi sento in colpa.”
Ma non è così che si guarisce.
Non è così che si onora la vita.
Forse oggi possiamo fermarci un attimo.
E dare dignità a ciò che fa male.
Anche se non lo comprendiamo, anche se non sappiamo cosa farcene.
Il Venerdì Santo non è la fine.
È il passaggio.
E ogni dolore, se accolto con amore, può diventare un varco.
Un seme silenzioso di rinascita.
🌿 Forse oggi possiamo scegliere di non scappare.
Di non cercare subito la luce, ma di restare un attimo nel buio, senza giudicarlo.
Di stare accanto al nostro dolore — o a quello di chi amiamo — senza volerlo spiegare o risolvere.
Solo esserci.
Come si veglia.
Come si custodisce ciò che è sacro.
🌿 Ti propongo un esercizio di ascolto interiore.
Prenditi qualche minuto di silenzio, anche breve.
Siediti comoda, chiudi gli occhi, porta le mani sul cuore.
E chiediti, con dolcezza:
C’è un dolore dentro di me che non ho ancora avuto il coraggio di guardare?
Cosa mi sta chiedendo, oggi, questa parte ferita?
Posso accoglierla, anche solo per qualche respiro, senza giudicarla?
Resta lì.
Non servono risposte immediate.
Solo presenza.
Anche questo è un modo per onorare il Venerdì Santo.
Anche questo è un passo verso la rinascita.
𝙋𝙚𝙧 𝙁𝙞𝙗𝙧𝙤𝙡𝙤𝙫𝙚 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙖 𝙑𝙖𝙡𝙚𝙧𝙞𝙩𝙖 𝘼𝙡𝙗𝙖𝙣𝙤 𝙄𝙣𝙨𝙚𝙜𝙣𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙐𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙃𝙔𝙇
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