Fibromialgia: siamo tutti filosofi con il dolore degli altri!!!
Fino a che non capita a te, siamo tutti filosofi. Tutti esperti di vita, di forza di volontà, di rimedi miracolosi. Tutti pronti a dispensare consigli non richiesti, a giudicare senza capire davvero.
Quando il dolore è degli altri, è facile minimizzarlo. “Sarà lo stress”, “Forse dormi troppo”, “Esci, distraiti e vedrai che passa”. Frasi fatte, 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗮𝗱𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗲𝘀𝗮𝗻𝘁𝗶 𝘀𝘂 𝗰𝗵𝗶 𝗹𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗲𝘃𝗲.
Perché 𝗰𝗵𝗶 𝘀𝗼𝗳𝗳𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗳𝗶𝗯𝗿𝗼𝗺𝗶𝗮𝗹𝗴𝗶𝗮 – 𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝘀𝗶𝗮𝘀𝗶 𝗺𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶𝗮 𝗶𝗻𝘃𝗶𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 – 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲.
La fibromialgia non è solo stanchezza. È un peso che ti trascina a fondo anche nei giorni migliori. È svegliarsi già esausti, con il corpo rigido come se avessi corso una maratona nel sonno. È dolore ovunque, senza un motivo apparente. E non è un dolore “normale”, quello che passa con un po’ di riposo o un antidolorifico. È un dolore che diventa il tuo compagno costante, che cambia forma, si sposta, ti sfianca.
La parte più difficile? L’invisibilità.
Perché non si vede. Non hai un braccio ingessato, non hai lividi o ferite evidenti. E se non si vede, per molti non esiste. Ti dicono che è solo nella tua testa, che esageri, che sei pigro. Ti senti in dovere di giustificarti, di dimostrare il tuo dolore. 𝗠𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗶 𝗱𝗶𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝘀𝗲𝗴𝗻𝗶 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶?
Fino a che non capita a te, credi che basti la determinazione per superare qualsiasi cosa. Ma poi scopri che non puoi semplicemente “reagire”, perché il tuo stesso corpo è il tuo ostacolo più grande.
Fino a che non capita a te, pensi che chi si lamenta stia solo cercando attenzioni. 𝗣𝗼𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝗽𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗺𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶𝗮 𝗰𝗿𝗼𝗻𝗶𝗰𝗮, 𝗲 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘀𝗰𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝘀𝗮𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿 𝘀𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 “𝗻𝗼𝗿𝗺𝗮𝗹𝗲”.
Allora, cosa possiamo fare?
Ascoltare. Credere alle persone anche quando il loro dolore non si vede. Evitare i giudizi facili e i consigli non richiesti. Perché la realtà è questa: 𝗻𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻𝗼 𝗲' 𝗶𝗺𝗺𝘂𝗻𝗲. Nessuno può sapere cosa significhi fino a che non capita a lui. E quando capita, l’unica cosa che davvero aiuta è sentirsi compresi, non giudicati.
𝙋𝙚𝙧 𝙁𝙞𝙗𝙧𝙤𝙡𝙤𝙫𝙚 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙖 𝙑𝙖𝙡𝙚𝙧𝙞𝙩𝙖 𝘼𝙡𝙗𝙖𝙣𝙤 𝙄𝙣𝙨𝙚𝙜𝙣𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙐𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙃𝙔𝙇
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