Mi viene chiesto di raccontare come la fibromialgia ha cambiato la mia vita.

Ho sempre amato scrivere, negli ultimi anni ho iniziato a scrivere sulla fibromialgia.
Scrivere di fibromialgia per me è più che una semplice necessità comunicativa: è un atto di catarsi, un modo per liberarmi dal peso delle emozioni e delle difficoltà che questa malattia comporta. Ogni parola che metto su carta diventa un modo per trasformare il dolore in qualcosa di condivisibile, di comprensibile, di visibile. La scrittura mi permette di elaborare ciò che spesso è troppo difficile da esprimere a parole, creando uno spazio di espressione e di riflessione che può essere utile anche agli altri. È un atto di condivisione, che non solo mi aiuta ad affrontare la mia realtà, ma mi consente anche di sensibilizzare e di unire altre persone che vivono la stessa esperienza. Attraverso la scrittura, posso dare forma alle esperienze di sofferenza, ma anche di speranza, e contribuire a rendere questa causa più visibile, comprensibile e supportata. Ogni testo che scrivo è una piccola battaglia per abbattere l’isolamento e costruire una comunità di persone unite dal desiderio di far sentire la propria voce.

Come descriveresti la fibromialgia?

La fibromialgia è un silenzioso urlo del corpo, un peso invisibile che schiaccia ogni respiro e offusca ogni pensiero. È la battaglia quotidiana tra il desiderio di vivere e la morsa implacabile del dolore, che ti costringe a piegarti ma non a cedere.

Il corpo è intrappolato in un dolore continuo, invisibile ma pesante, che ti toglie energia e chiarezza mentale. Ogni movimento è una sfida, e la stanchezza è così profonda che sembra impossibile recuperare. La colonna vertebrale, che di solito ci sostiene, diventa un fardello, come se qualcosa di invisibile e opprimente ti stesse schiacciando. Il corpo urla, ma nessuno sembra davvero capire cosa abbiamo, e la mente si perde nella confusione e nell'incertezza. Non c'è tregua e la fatica non è solo fisica, ma anche emotiva: ogni giorno diventa una lotta per mantenere la speranza. La fibromialgia non è solo un dolore, è un'esperienza che cambia il modo di vivere, di relazionarsi con il mondo, e anche con sé stessi. Ma anche nei giorni più bui, c'è una forza che mi spinge a resistere, anche se a volte sembra davvero difficile.

Cos'è per te la fibromialgia?

La fibromialgia è anche una lezione di accettazione, di imparare a stare con sé stessi in modo diverso. A volte il corpo ti sorprende, ti ferma e ti obbliga a rallentare, ma ho imparato che non sempre è necessario correre. In quel rallentare, trovo momenti di pace, di silenzio, dove posso ascoltare il mio cuore e sorridere di come la vita, nonostante tutto, continua a sorprendermi. La fibromialgia può provare a togliermi tanto, ma non riuscirà mai a togliermi il mio spirito, la mia capacità di ridere, né il mio desiderio di vivere con un sorriso, anche se a volte un po' stanco.
Anche quando i giorni sono più pesanti e il dolore sembra invadere ogni angolo del mio corpo, scopro che c'è una forza silenziosa che cresce dentro di me. È la forza di adattarsi, di trovare nuove vie, nuovi modi di essere, senza mai smettere di cercare gioia, anche nelle piccole cose. La fibromialgia non ha il potere di cancellare il mio desiderio di vivere, di ridere, di godermi i momenti che mi regalano ancora bellezza. È come un viaggio che cambia continuamente rotta, ma io continuo a camminare, con la consapevolezza che la risata e l'amore per la vita sono le ancore che mi tengono salda, anche quando il mare diventa agitato. E alla fine, è proprio in questi momenti che riesco a riconoscere la mia vera forza: quella di non arrendermi mai, quella di restare leggera, anche quando tutto sembra pesante.

Quali cose hai compreso di te e quali lati apprezzi di te da quando hai avuto la diagnosi?

Ho compreso che, nonostante le difficoltà e il dolore, c'è una parte di me che non si arrende mai. Ho imparato a ridere di me stessa, a non prendere la vita troppo sul serio, e questo mi permette di affrontare le sfide con leggerezza e resilienza. Apprezzo la mia capacità di adattarmi, di trovare un sorriso anche nei momenti più bui, e la forza di continuare a cercare la bellezza nella vita, anche quando sembra che tutto sia difficile. Mi piace la mia determinazione a non permettere al dolore di definirmi, e la mia capacità di affrontarlo con spirito e speranza. La capacità di amare, di ridere, di restare aperta alla vita nonostante le difficoltà, è qualcosa che considero uno dei miei lati più preziosi.

Qual è la lezione che hai appreso da tutto questo dolore?

La lezione che ho appreso dal dolore è che la vita è imperfetta, ma proprio in questa imperfezione si nasconde la bellezza. Il dolore non è qualcosa che posso controllare, ma posso scegliere come rispondere ad esso. Mi ha insegnato che la forza non sta nel non cadere mai, ma nel rialzarsi ogni volta, con una risata o con un sorriso, anche quando il corpo sembra non voler collaborare. Ho imparato che non c'è vergogna nell'avere giorni difficili, ma c'è sempre una possibilità di trovare luce, anche nei momenti più oscuri. La resilienza non è solo la capacità di sopravvivere, ma quella di vivere, di essere grati per ciò che c'è, nonostante tutto, e di abbracciare ogni giorno come un'opportunità per crescere, imparare e continuare a sorridere.

In una parola come ti descriveresti?
Resiliente.

Oppure?
Indomita, indomabile, Incrollabile,  ma è più di una parola 🤣

Cos'è il progetto FibroLove per te? E che messaggio vuoi lanciare con questo progetto?

Il progetto FibroLove per me rappresenta una risorsa fondamentale per sensibilizzare e supportare chi vive con la fibromialgia, creando uno spazio di condivisione, empatia e crescita. È un modo per raccontare la propria esperienza, per trasformare il dolore in un messaggio di forza, di speranza e di solidarietà. È un luogo in cui non ci si sente mai soli, ma accompagnati da chi comprende davvero ciò che significa convivere con questa condizione.
I messaggi che vorrei lanciare attraverso FibroLove sono quelli della resilienza, dell'accettazione e della ricerca della bellezza anche nei giorni più difficili. Vorrei incoraggiare le persone a non arrendersi mai, a ridere di sé stesse, a trovare il coraggio di affrontare ogni giorno con un sorriso, anche quando il corpo sembra volerci fermare. E soprattutto, vorrei che ogni persona comprendesse che, sebbene la fibromialgia non possa essere eliminata, la nostra forza di vivere può diventare più grande di qualsiasi dolore.

Vuoi aggiungere ancora qualcosa?

Vorrei aggiungere che FibroLove non è solo un progetto, ma una comunità di cuori forti, che si sostengono a vicenda, che si capiscono senza bisogno di spiegazioni. È un messaggio di speranza, che insegna che, anche in mezzo al dolore, ci sono momenti di gioia e di crescita. Ogni passo che facciamo insieme è un passo verso una maggiore consapevolezza e accettazione, sia di noi stessi che degli altri. Voglio che FibroLove sia un faro di luce per chi si sente smarrito, un invito a ricordare che, anche se la strada è difficile, siamo più forti di quanto pensiamo e possiamo fare la differenza, non solo per noi stessi, ma anche per gli altri. La fibromialgia non ci definisce, ma la nostra capacità di affrontarla con amore, forza e un sorriso sì.

Sei felice?

La felicità, per me, è un concetto che si evolve continuamente. Penso che la felicità non sia un punto fisso da raggiungere, ma piuttosto una serie di attimi di pace e gratitudine che si trovano anche nei momenti più difficili. Sono felice quando riesco a vedere la bellezza nelle piccole cose, quando posso fare la differenza, anche se piccola, nella vita di qualcuno, quando ricevo un abbraccio che mi stringe forte, quando riesco a sorridere nonostante le sfide.
La felicità non è assenza di dolore, ma la capacità di vivere appieno ogni emozione, con la consapevolezza che, anche nei giorni di lotta, c'è sempre qualcosa per cui essere grati.

Ultima domanda c'è qualcosa che cambieresti? E se si cosa?

Si c'è qualcosa che cambierei, ed è la percezione che molte persone hanno riguardo la fibromialgia e altre malattie invisibili. Spesso non vengono comprese o minimizzate, e questo può far sentire isolati e non supportati. Vorrei che il mondo avesse più empatia, che si comprendesse meglio la realtà di chi vive con dolori invisibili, e che ci fosse più consapevolezza e sostegno per affrontare queste sfide.
Per il resto, credo che ogni esperienza, anche quella dolorosa, contribuisca a forgiarmi come persona e mi insegni lezioni di vita che, alla fine, mi rendono più forte e consapevole. Quindi, in fondo, non cambierei molto della mia storia, perché mi ha portato a diventare chi sono oggi.

Valerita Albano 


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